Sella Ronda Hero 2018: From Zero to Hero!
Last Updated on 18-06-2018 by psg_admin
Sono tornato ieri da una 2 giorni così intensa e fantastica che non esito a definire la più bella che abbia mai vissuto in ambito gare. Quando si dice che le cose girano tutte al meglio, ecco, questo weekend è stato l’esempio della perfezione. Provo a fare un piccolo report per tentare di condividere le emozioni vissute, credo non solo da me ma da tutti i ragazzi della squadra, ed in maniera più ampia da tutti i partecipanti alla manifestazione, sia atleti che non.
Per molti di noi è l’evento dell’anno, quello che stiamo preparando da mesi, facendo sacrifici e facendoli fare a chi ci sta vicino: fra allenamenti, tabelle, diete varie non è facile coordinare tutto nella vita lavorativa di tutti i giorni. Ma sappiamo bene che (o almeno è quello che ogni volta uno spera) il gioco varrà la candela (e che candela, col senno di poi!). Siamo un gran team ed a questo giro mi sento di essere veramente orgoglioso di farne parte: Marco Cecchini, Francesco Cini, Daniele Cittadini, Paolo Conti, Daniele Dalli, Stefano Mammini, Massimiliano Pardini e Stefano Ribladi; ben 8 atleti PSG, senza considerare l’infortunato Davide Bucciarelli (che si è comunque venuto a godere le Dolomiti) ed il nostro grande amico e supporter PSG, Leonardo Paolino. Se proprio vogliamo essere precisi anche un altro atleta parteciperà alla manifestazione, più precisamente alla Hero Kids, Diego!
C’è da fare bella figura perchè anche il Vicepresidente Daniele Cini (nonchè mio babbo….) è venuto a farci il tifo. Non lo possiamo deludere.
Alcuni di noi partono il giovedì, altri, come me, il venerdi. La gara si svolge da tradizione il Sabato. Chi è partito il giovedì ha modo di cominciare a godersi le fantastiche giornate di sole delle Dolimiti con una sgambatella pregara. Averne di posti così per fare delle sgambatelle!
Io, insieme a Max, Stefano, Marco e Paolo arriviamo il venerdì intorno alle 14:30, giusto in tempo per lasciare le bici ed i bagagli in albergo ed andare alla partenza della Hero Kids, dove Diego farà sfoggio della maglia PSG. Orgogliosissimo di lui, speriamo che un giorno prenda la guida della futura squadra!
Ovviamente non è una manifestazione competitiva, ma la partecipazione dei bambini è impressionante, da quelli grandicelli come Diego, a quelli piccoli piccoli che sono già a lì a pedalare (se continueranno, c’avranno da patire patirecchio, non sanno ciò che li aspetta forse….meglio per loro). Solo questo evento merita di essere lì. Sull’ultima salitella ad una piccola bambina tedesca esce la catena ed insieme a Max e Paolo le sistemiamo la bici e la facciamo ripartire. Un “KKRazie” alla tedesca ci ripaga delle mani sporche di grasso.
Arriva il momento del ritiro pacco gara e numero. Ansia altissia: mi son dimenticato il cartellino a casa! Non dovrebbe servire, ma non si sa mai….. Per fortuna tutto va bene e muniti di numeri torniamo in albergo (un 4 stelle superior che meritava solo lui il viaggio) ed iniziamo a preparare le bici per il giorno dopo. Fissa il numero, gonfia le ruote, ingrassa la catena, operazioni che facciamo ogni settimana lì divetano fonte di dubbi e di confronti con gli altri. Roba da psicodrammi…… Non c’è tempo di una sgambatella purtroppo, e forse nemmeno la voglia. La tensione inizia a salire, ma il meteo promette veramente bene e questo ci mette tutti di buon umore e ci fa ben sperare. Un’ottima cena e poi tutti a letto, ognuno solo con i propri pensieri e le proprie paure.
Ore 6. Suona la sveglia. Apriamo le tende. Sole pieno, nemmeno una nuvola in cielo ed il gruppo del Sella di fronte a noi nella sua magnificenza. E già qui inizi a pensare: oggi sarà fantastico, speriamo che tutto giri nel verso giusto. Allenare mi sono allenato , ora via tutti i pensieri e pedalare(l’equivalente scolastico di “Studiare ho studiato, ora vado e faccio del mio meglio”). Scendiamo giù per la colazione e la sala è già piena di altri atleti. Le partenze sono ovviamente scaglionate in una gara così (4018 partenti!) quindi c’è chi ha fretta e chi, come me che partirò alle 8:05, che se la prende più con calma. Due panini con il prosciutto, spremuta di arancia e sono pronto. In camera la divisa da bici è già posizionata dalla sera prima insieme a barrette e gel vari. Non è freddo per fortuna. Ci vestiamo e scendiamo dove ci salutiamo: con alcuni ci rivedremo solo nel pomeriggio.
Io e Marco siamo in griglia insieme. Stefano, Paolo e l’altro Stefano insieme qualche griglia prima. Daniele Cittadini è nella griglia più avanti, è ben alla quinta Hero, non male! Daniele Dalli è nella griglia dietro di me. Io, Marco e Daniele Dalli facciamo il percorso corto (60km x 3200d+), gli altri, i veri eroi, faranno il lungo (86km, 4200d+).
Arrivano le 8. Ci siamo. 5 minuti e si parte. Il mantra nella mia testa è “Lento ma fluido” come insegna Daniele Cittadini. Me la voglio godere, non voglio andare in crisi e la voglio fare costante da inizio alla fine. Il passo Sella in fondo mi mette un po’ di preocupazione: tutti dicono che non si pedala e che ci sarà da camminare. Odio camminare quando sono in bici! Marco è di fianco a me. É un mese che mi dice che la facciamo insieme, ma lo conosco troppo bene, so che sarò da solo per tutti i 60km.
8:05. Si parte. Prima salita Dantercepies, e si comincia subito bene. In 5 km ci saranno da fare circa 800m di dislivello, non pochi. Prima curva e Marco è già una sagoma davanti a me che si allontana. Del resto il passo è un altro ed è giusto così. Il fiume di atleti fa impressione, qualcuno cammina già visto che le rampe sono toste ed il fondo in alcuni tratti non aiuta. Per fortuna riesco a pedalarlo tutto tranne un tratto dove la ruota slitta e sono costretto a mettere il piede a terra. Ma è un attimo, risalgo subito e riprendo a pedalare…lento ma fluido, lento ma fluido, lento ma fluido…..
Arrivo in cima, il cuore è rimasto basso e le gambe girano. C’è Silvia, la moglie di Stefano, che mi fa qualche foto mentre passo, poi via in discesa. Ovviamente ci sono dei tappi, gente che si ferma, alcuni addirittura tagliano per prati (se siete lì con me dubito che quella manovra vi faccia vincere, ma vabbè, ognuno è onesto quando più gli fa comodo, no?). Non rischio niente sugli stradoni di brecciolino ed il toboga deve essere uno spettacolo se fatto in situazione di spazio libero. Purtroppo me lo godo poco, in fila fino a Corvara dove salto il primo ristoro e continuo a pedalare, direzione Pralongià. Salita meno impegnativa ma con tratti comunque duri. Questa salita mi ha regalato le emozioni più belle: passo dall’impianto di risalita del Bioc, poi in cima mi trovo a destra il Piz Sorega, poi il rifugio Las Vegas, il Ciampai….. ho imparato a sciare da piccolo in questi posti e non li ho mai visti d’estate. L’emozione mi carica, non sto patendo e me la sto anche godendo parecchio. Sono immerso nelle montagne che più amo, ci sono dentro, alzo gli occhi, giro lo sguardo e sono lì di fianco a me. Bellissimo!
Finalmente arrivo al Pralongià e si riparte in discesa, con sempre un po’ di traffico ma si scorre meglio. Arabba è lì che mi aspetta. Ho programmato di fermarmi a quel ristoro ed infatti lo faccio. Siamo a metà gara circa. Mangio, bevo, riempio la borraccia e riparto. Il Pordoi mi hanno detto essere la più pedalabile delle salite e così infatti è; riesco a recuperare un po’ di energie ed a sciogliere un po’ la gamba nel tratto di asfalto che mi porta al passo. Lo conosco ormai bene, ci sono passato altre volte con la bici da strada ma adesso l’emozione è diversa. Ok sto bene, prendo un gel e mi butto in discesa. Lento ma fluido, lento ma fluido, lento ma fluido…..
Discesa tosta, ma con l’asciutto me la godo fino in fondo, anche i tratti tecnici, ed in men che non si dica arrivo al ristoro all’imbocco del Sella dove prendo al volo un gel, ma non mi fermo. Non è il momento. Sto andando bene e manca solo una salita, forse la più dura, ma ne manca una sola.
E la salita è in effetti bella dura. Non molla un attimo, metto dentro subito il 50 e testa bassa comincio a sfilare tanti atleti che stanno camminando. Quelli che pedalano sfiatano come una locomotiva a vapore. Io guardo il cuore ed è tutto sotto controllo. Continuo inesorabile, scendendo solo 20 metri su un tratto molto molto ripido, ma risalgo subito. Cavoli, sto bene ed ho quasi finito. Guardo il cronometro: pensavo di fare un tempo intorno alle 6 ore e 30, ma in quel momento non sono ancora passate 5 ore….. sto andando bene, mi ripeto. L’altimetria non mente, manca
un “Ciapino” e sono in cima, poi tutta discesa. Ma prima della discesa, esco dal bosco e mi si apre la vista della città dei sassi. Mi fermo, scendo giusto 10 secondi per sgranchire la schiena dalla dura salita, 10 secondi che mi prendo per godermi quello che ho intorno. Fantastico! Fantastico! Fantastico! Mi ripeto che a questo giro, dopo 2 gare fatte in mtb durante l’anno passato dove ho preso tanta di quella acqua e di fango da farmi detestare le gare, la fortuna ha girato dalla mia parte. É addirittura caldo a 2000 metri, coso posso volere di più!?
Basta France, parti! Semmai ci tornerai a fare un po’ di trekking, ora non è il momento di fermarsi. E mi fiondo in discesa verso Selva. É fatta. Me la godo fino in fondo ed il single track finale mi fa ulteriormente divertire. Due ali di persone dietro le transenne mi accolgono in piazza a Selva. Finita. 5 ore e 42 minuti.
Non so se sono un eroe, anzi, di sicuro non lo sono, quelli “Esistono solo della Marvel” dice sempre l’amico del “Lenti ma fluidi”. Sono sicuro di aver passato la giornata di gara più bella della mia vita. Tutto è andato dritto, a partire dagli amici di squadra. Che bellezza.
So che Marco sarà sicuramente già arrivato, lo chiamo, gli dico il tempo e mi dice: e te dicevi che ci avresti messo più di 6 ore!!!! (lui ce ne a messe 5 e 05, un altro pianeta rispetto a me).
Gli altri arriveranno tra un po’. Intanto raggiungo Marco in hotel, mi faccio una doccia e ci rifocilliamo (l’hotel ha preparato un buffet tutto per noi atleti che abbiamo corso, fantastici!). Poi andiamo al traguardo in attesa degli altri.
Sappiamo che Max e i due Daniele sono arrivati: li becchiamo mentre stanno tornando al loro albergo, e ci informiamo subito. Purtroppo Daniele Cittadini è stato un po’ fermato dai crampi, ma Max lo ha aiutato e l’ha portato a finire la gara: uno di quei gesti che valgono un’amicizia. Veramente bravi. Vi copio incollo le parole di Max e Daniele perchè meritano.
“…quella che doveva essere la miglior Hero di sempre,per me,è diventata la peggior gara di sempre…un grandissimo ringraziamento a Massimiliano Pardini che ha sacrificato la sua gara per scortarmi fino a Selva…oggi poteva stare tranquillamente sui 6.50,mi ha aspettato e mi ha convinto a non ritirarmi sul Sourass…grazie davvero…sicuramente alla Hero mi rivedono,si si…” (Daniele)
“Oggi sono poteva essere “il giorno”, quello dove esce dal cilindro il numero e la performance per cui ti sei allenato tutto l’anno. E invece sull’Ornella vedi un amico in difficoltà, crampi e convinto di ritirarsi non appena possibile. Mi sono passate mille pensieri per la testa: “cosa faccio?Mi fermo? Certo che mi sono fatto il culo per tutto l’anno per questo momento, e sto veramente bene nonostante i 2000 e passa metri di dislivello nelle gambe.” Questo pensiero dura meno di un secondo, perché il successivo mi porta a pensare a mio figlio. “Cosa insegno a mio figlio, ad abbandonare un amico in difficoltà? A far prevalere la competizione sopra tutto? Ma poi, il Citta è colui che mi ha portato a conoscere questo mondo, non esiste che lo faccio ritirare”. Mi becco tutti i suoi insulti, incasso, faccio finta di nulla e gli dico di smettere di
blaterare parole a caso e di pedalare. Si ripedala, a un ritmo che mi fa godere una delle gare più belle del mondo: cerco di fare forza meglio che posso, mi metto davanti e so che per lui vedere un punto di riferimento aiuta tanto. Lo so perché l’ho vissuto sulla mia pelle tante volte, a ruoli invertiti. Se ho rimorsi? Assolutamente no, nemmeno uno. La ritengo l’esperienza di vita più importante che insegnerò a mio figlio: l’amicizia è il valore più importante, prima di qualunque cosa. La competizione ci vuole e mi piace un sacco, ma nella scala dei valori è parecchie posizioni indietro. Quindi bene così, alla prossima in Alta Valtellina!” (Massimiliano)
Mancano gli ultimi 3 del lungo, Paolo, Stefano e Stefano. Non giungono buone notizie: Stefano ha rotto il cambio in seguito ad una caduta. Cavoli, per Stefano la Hero è l’evento per eccellenza, lo vive in maniera intensa da anni e lo si vedrà all’arrivo. Paolo e Stefano lo aiutano, trasformando la mtb in una single speed. Per fortuna manca solo il Duron, che purtroppo Stefano dovrà camminare per intero. Ma la forza di volontà è superiore a tutto e finalmente prima arriverà Paolo, stremato, e poi i due Stefano insieme. Grandissimi!
Non so che altro aggiungere se non che un evento del genere ed aggiungerei una 3 giorni con amici del genere non ha eguali nella mia piccola carriera sportiva. Mai una gara è stata tanto duro ma altrettanto bella. Grazie ai compagni di squadra che hanno portato i “teschi” sulle dolomiti. PSG UBER ALLES!